“IO, IL CORONAVIRUS ……E DIO”!-Damiano Di Modugno

 

“IO, IL CORONAVIRUS ……E DIO”!

(La mia storia col Covid-19. È un po’ lunga
ma vale la pena leggerla fino in fondo,
spero possa essere di edificazione a tanti).
A DIO va tutto L’ONORE e la GLORIA!
Potete CONDIVIDERE se volete…

💢Per chi non mi conosce mi presento, sono
Damiano Di Modugno, Pastore della Chiesa Evangelica ADI di Collegno (TO).
È passato un mese dalle dimissioni dall’ospedale dopo un ricovero di 13 giorni
con seria insufficienza respiratoria per aver contratto il Covid-19. Non so neppure come questo virus dopo qualche giorno dal primo contagio in Piemonte, sia arrivato in casa mia.
In questo periodo ho cercato di ripercorrere quei momenti difficili e dolorosi per raccontarvi nei dettagli la mia storia.

Dal 9 al 13 Marzo ho iniziato ad avere strani fastidi alla gola. Il 14 Marzo visto che i fastidi non passavano, ho cominciato a prendere un antibiotico fino al 20 Marzo senza ottenere risultati, anzi la sintomatologia peggiorava
ed è subentrata la febbre e poi la tosse.
Nel frattempo mia moglie chiamava tutti i numeri messi a disposizione dall’emergenza sanitaria: 112, 1500, numeri verdi vari e 118
per chiedere che mi venisse fatto un tampone per il Covid-19.
Gli operatori del 118 dicevano, che nonostante avessi 88/89 di saturazione polmonare
(il minimo è 95, quindi ero in insufficienza respiratoria), sarei dovuto rimanere a casa perché riuscivo ancora a parlare e a respirare in maniera autonoma. In ospedale c’era il caos perché c’era tanta gente positiva al Coronavirus, quindi se non fossi stato positivo al tampone avrei rischiato il contagio in Pronto Soccorso;
e visto che ero tanto debilitato dai giorni di febbre, mal di gola, mal di testa e tosse che non accennava a diminuire era opportuno per me rimanere a casa, nonostante l’insufficienza respiratoria…

Il 20 Marzo il medico curante, senza né vedermi, né visitarmi, mi ha prescritto un altro antibiotico ancora più forte del primo e pastiglie di cortisone. Ma la condizione clinica a 4 giorni di distanza invece di migliorare peggiorava; avevo ricevuto l’unzione dell’olio
e avevo chiesto anche sul mio profilo di Facebook di pregare per me. Sapevo che Dio risponde alla preghiera della fede ma non era quello il momento per ricevere la risposta:
c’era un piano di Dio, qualcosa di speciale, “DOVEVO ENTRARE NELLA FORNACE PERCHÉ DOVEVA FARMI VEDERE IL SUO STUPENDO E STRAORDINARIO INTERVENTO”.

La mattina del 24 Marzo verso le 4:30 non riuscivo a dormire, avevo una forte tachicardia perché facevo tanta fatica a respirare.
Mia moglie si è accorta che stavo male, che avevo difficoltà respiratoria, e dopo avermi fatto misurare la saturazione polmonare, risultata a 88/89 quindi sempre insufficiente, abbiamo deciso di chiamare il 118.

Mentre aspettavamo che arrivasse
l’ambulanza e che il personale medico si preparasse in maniera adeguata per evitare
il contagio, con mia moglie e mia figlia
ABBIAMO PREGATO, abbiamo chiesto a Dio
di intervenire, di occuparsi di me, di venire
con me in ospedale e di starmi vicino in ogni cosa che avrei dovuto affrontare.

Posso assicurarvi che mi ha fatto un certo effetto vedere entrare in casa mia personale sanitario in tuta bianca, maschera e occhiali protettivi che fino a quel momento avevo visto solo nei notiziari televisivi.
Non posso dimenticare l’espressione di angoscia e dolore sul viso di mia figlia e di mia moglie… mentre uscivo dalla porta di casa col personale del 118 per essere accompagnato all’ospedale “Martini” di Torino, senza poterle abbracciare, senza poter dire ciò che avrei voluto perché mi mancava il respiro, sapendo che avrei potuto non rivederle più perché spesso tanti contagiati Covid non fanno più ritorno alle loro famiglie…

Arrivato in ospedale verso le 5:30 del mattino, ho notato che nella sala d’attesa del pronto soccorso non c’era nessuno. Questa cosa mi ha un po’ stupito. Non immaginavo ancora cosa ci fosse e cosa stesse accadendo dall’altra parte della porta della sala d’attesa, nel reparto del Pronto Soccorso.

Dopo 2 ore interminabili di attesa mi hanno chiamato per la visita medica.
Mi hanno fatto il prelievo del sangue e l’emogas, che è tanto doloroso perché devono prelevare il sangue da un’arteria, hanno eseguito le radiografie ai polmoni, ed è stato lì che ho visto la prima barella passare accanto a me con un corpo coperto da un lenzuolo…

Arrivati i risultati delle indagini mediche il
mio quadro clinico è apparso subito serio: polmonite al lobo inferiore del polmone sinistro. Grazie a Dio i polmoni non erano completamente compromessi, tante preghiere erano già arrivate al Trono della Grazia di Dio.
Dopo i primi accertamenti, mi hanno sistemato su un lettino in una camera dove c’erano le postazioni per l’erogazione dell’ossigeno,
e lì finalmente dopo tante ore e giorni di affaticamento polmonare, con la somministrazione di ossigeno ho cominciato
a respirare meglio.

Guardandomi attorno ho realizzato che lì c’era “UN MONDO….” attaccato da un virus invisibile e altamente letale.
La sala era piena di gente, uomini e donne
di ogni età, ammassati uno accanto all’altro
sulle barelle, tutti con mascherine per la somministrazione dell’ossigeno.
Alcuni erano lì da diversi giorni, e in continuazione ne arrivavano altri.
Un via vai di gente con difficoltà respiratoria, febbre, tosse e altri sintomi riconducibili al Covid-19. SCENE DA GUERRA CHIMICA,
una sorta di anticamera della morte…
Stavo vedendo con i miei occhi, e vivendo sulla mia pelle, tutto quello che fino a quel momento avevo visto solo in TV.

Era sconcertante vedere così tanta sofferenza e tra l’altro mi trovavo anch’io in condizioni simili…
I lettini venivano preparati velocemente dagli infermieri protetti da tute bianche e maschere
e dagli operatori socio sanitari, coraggiosi e instancabili per accogliere quanti entravano
da “QUELLA PORTA” sapendo a cosa potevano andare incontro in quel luogo che incuteva paura.

Il secondo giorno di Pronto Soccorso
è arrivato il risultato del mio tampone:
“POSITIVO AL COVID-19”!
A quel punto avevo chiara davanti a me
la gravità della situazione e dissi a Dio:
“SIGNORE PRENDITI CURA DI ME,
MI AFFIDO ALLE TUE MANI”!

Sono stato trasferito al 5°piano, nel reparto preparato appositamente per accogliere i contagiati dal Covid-19, chiamato appunto “REPARTO DEL COVID”, e subito hanno cominciato a somministrarmi diversi farmaci. Anche lì medici e infermieri, attenti e premurosi, passavano per i controlli, per le indagini cliniche, le flebo, la misurazione della temperatura, la saturazione polmonare
(che ho visto salire in quei 13 giorni di ricovero da 88/89 a 98) e la regolazione della quantità di ossigeno.
I primi 3 giorni sono stati molto difficili e critici, a volte celati dai bravi medici, ma si percepiva la tensione, soprattutto quando l’ossigenazione veniva aumentata perché quella naturale diminuiva sempre più.
Sono stato trattato con alte dosi di ossigeno erogate con la maschera Venturi.
Grazie a Dio non sono stato intubato!

Non posso dimenticare le prime notti insonni per la febbre, il continuo e devastante dolore alla gola e il rumore dei macchinari per la somministrazione dell’ossigeno.

Il quadro clinico non dava segni di miglioramento, anzi la febbre aumentava e
non riuscivano a farla scendere, i medici non sapevano cosa fare, i loro tentativi di aiutarmi non facevano effetto, e quindi non si pronunciavano perché ogni persona reagisce in modo diverso alle cure e la situazione poteva precipitare da un momento all’altro e avrei avuto bisogno della terapia intensiva e
di essere intubato.

A volte dal mio letto vedevo passare nei corridoi BARELLE CON DEI CORPI DENTRO SACCHI DI PLASTICA…
Immagini che non potrò mai dimenticare!
Una sera per lungo tempo ho sentito un uomo urlare di dolore nella camera accanto… poi il silenzio… e dopo un po’ ho visto passare
“la barella” col sacco sopra… davanti alla mia camera…

A quel punto so che le preghiere si sono intensificate perché mia moglie dava gli aggiornamenti sulle mie condizioni fisiche
sul mio profilo Facebook e chiedeva di pregare
per me. La richiesta si è diffusa ovunque e tante chiese e credenti in Italia e all’estero “CHIUSI DALL’ ORDINANZA MINISTERIALE NELLE PROPRIE CASE” si sono “UNITI IN PREGHIERA”, presentando continuamente la mia situazione al nostro DIO ONNIPOTENTE.

La mattina del 4°giorno la febbre improvvisamente ha cominciato pian piano a scendere, mi sono svegliato inzuppato di acqua come se avessi dormito in una vasca da bagno.
MI SENTIVO TANTO DEBOLE E FRASTORNATO.
Non avevo neppure la forza di telefonare alla mia famiglia o di comunicare con loro tramite messaggio, come, seppur con qualche difficoltà a causa delle flebo attaccate, facevo ogni mattina per tranquillizzare mia moglie e le mie figlie. Quel giorno erano circa le 11:00 e la mia famiglia non riusciva a rintracciarmi in nessun modo e cominciavano ad essere tanto preoccupati; pensavano, date le condizioni in cui versavo la sera precedente, che fosse successo qualcosa o che mi avessero portato in terapia intensiva…
Poi, grazie a Dio, un dottore ha risposto a una delle chiamate riuscendo a tranquillizzare mia moglie e le mie figlie. Questo per dirvi quanto in quei giorni fossi fisicamente provato e mentalmente poco lucido.

In tarda mattinata, una dottoressa che non conoscevo e che lavorava in pronto soccorso,
una credente, che aveva saputo di me è venuta a trovarmi; ricordo che mi parlava, ma io non avevo le forze e la lucidità di comprendere bene ciò che mi diceva. Comunque la sua visita, la sola presenza di una figlia di Dio,
per quei pochi momenti vicino a me, mi ha incoraggiato tanto; perché i ricoverati per Covid-19 essendo in isolamento, non possono ricevere e vedere nessuno, neppure i familiari. Ma Dio sa come arrivare, dove nessun altro può, per confortare e incoraggiare i Suoi Figli nei momenti difficili.
Che Dio benedica grandemente questa sorella per aver sentito in cuore di venire a trovarmi.

Da quel 4°giorno in poi c’è stato un continuo miglioramento delle mie condizioni cliniche.
I vari medici che venivano a visitarmi erano sempre più incoraggiati dai miei progressi e cominciavano finalmente ad essere ottimisti, anche se continuavano a non pronunciarsi più di tanto perché il Covid-19 è un virus che può uccidere per via delle complicanze cliniche
che spesso scatena all’interno dell’organismo ed è proprio per questo che purtroppo tanti non ce la fanno.
Un giorno, mentre parlavano li ho sentiti dire che ERO IL PAZIENTE CHE MEGLIO RISPONDEVA ALLE CURE. Questo mi ha incoraggiato tanto anche perché sapevo che centinaia, se non migliaia, di credenti in Italia e in tante parti del mondo stavano pregando per me e le preghiere stavano arrivando al Trono della Grazia di Dio.

Una delle sere seguenti, mentre pregavo, ho avuto un grande incoraggiamento direttamente da Dio; ho avuto una meravigliosa visione: HO VISTO COSA HA FATTO DIO AL CORONAVIRUS che aveva attaccato il mio corpo. Ho visto la testa recisa di un serpente nero e ho sentito una voce che diceva: “QUESTO SERPENTE ERA IL CORONAVIRUS E ORA GLI É STATA TAGLIATA LA TESTA”!
Dio mi ha mostrato “LA FINE DI QUESTA STORIA” e cosa “LUI HA FATTO” in risposta a tutte le preghiere elevate in mio favore.

Sapevamo che non era solo una malattia virale da virus sconosciuto, perché Dio ci aveva parlato mediante la Sua Parola con i versetti del libro di Giobbe 2:1-10, quindi era chiaro con cosa e con chi avevamo a che fare.
(Dopo ho saputo che anche altri credenti
hanno avuto un’esperienza spirituale simile alla mia in seguito al contagio da Covid-19).

“DIO CI HA DATO IL POTERE E NULLA
POTRÀ FARCI DEL MALE”!!!
“Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male”.
(Luca10:19)
Attraverso il combattimento in preghiera il cristiano esercita questo potere e VINCE, perché Dio interviene personalmente sul campo di battaglia e combatte per i Suoi Figli.
Che Dio meraviglioso abbiamo!

Passata completamente la febbre, mi hanno progressivamente diminuito la quantità di ossigeno somministrata e pian piano ho ricominciato a respirare autonomamente.
Dopo 13 giorni di degenza il 5 Aprile 2020 sono stato dimesso con doppio tampone negativo.

Uscito dall’ospedale mi sono reso conto che senza il Covid-19 e il ricovero non avrei mai visto di persona ciò che stava realmente succedendo, quanta sofferenza e morte
c’è realmente negli ospedali in questo periodo a causa di questo virus e che io solo con l’aiuto, il soccorso e la misericordia di Dio
sono riuscito a venirne fuori vivo.

Sono stato profondamente colpito dall’impegno e dedizione di tutto il personale medico, che nonostante la grande mole di lavoro, in condizioni estreme, con orari spesso disumani e in mezzo a tanta sofferenza non
si tiravano mai indietro anche solo per rassicurare i pazienti. Ho visto che facevano
di tutto (seppur senza cure e protocolli certi) per cercare di salvare vite umane a costo di essere contagiati e rischiare la loro la vita.
Non vedevo i loro volti, perché completamente coperti da maschere e visiera protettiva; vedevo solo i loro occhi, i loro sguardi a volte smarriti e incerti e riuscivo a leggere il dolore ogni volta che le cure per i pazienti fallivano. Ho imparato a riconoscerli soprattutto dalle loro voci.
Li ho spesso percepiti stanchi, affaticati,
a volte confusi ma contenti quando un paziente dava segni anche lievi di miglioramento.
E cosa dire degli ausiliari, pronti a fare la loro parte per i pasti, per rifare i letti ed altro ancora.

Sono stato in due stanze diverse con due compagni di “avventura” spaventati per ciò che stavano vivendo. Ho parlato loro dell’importanza di rivolgersi a Dio che è pronto ad ascoltare e a rispondere alla preghiera di chiunque si rivolge a Lui con tutto il cuore.
Con uno di loro in particolare, prima di dormire ogni sera, pregavamo.

A volte Dio ci manda ad affrontare una pericolosa tempesta affinché possiamo vedere con i nostri occhi di “ESSERI UMANI”, come DIO gestisce le onde e il vento e ci riporta sani e salvi a riva; e come combatte in prima persona le battaglie per noi. Ci chiede solo di riposare nelle Sue mani anche nelle tempeste più nere.

Altre volte ci siamo trovati in situazioni difficili con la mia famiglia e “DIO NON CI HA MAI DELUSO”. Abbiamo sempre visto la Sua mano potente agire in casi umanamente impossibili.
E ancora in questa situazione difficile, contagiato da un virus sconosciuto e letale,
ha suscitato in mio favore a combattere con me questa battaglia contro il Covid-19,
UN ESERCITO DI SUOI GUERRIERI, sia in Italia che all’Estero; perché la richiesta di preghiera è arrivata ovunque, attraverso i social, e migliaia di credenti presentavano la mia situazione continuamente davanti al Trono della Grazia
di Dio, sapendo che L’ ARMA PIÙ POTENTE E INFALLIBILE DEL CRISTIANO È LA PREGHIERA. Un popolo di “ADORATORI” che sa stare alla PRESENZA DIO per intercedere per chi è in battaglia e che conosce il segreto per ottenere la vittoria: “La FEDE e la PERSEVERANZA”!
E anche se a volte i piani di Dio possono essere diversi dai nostri, riposiamo nella certezza che la nostra vita è nelle Sue mani
e che Lui ha il meglio per noi.
(cfr. Geremia 29:11)

Sono “PROFONDAMENTE COMMOSSO” per l’affetto cristiano dimostrato nei miei confronti.
“QUESTO È L’ AMORE che unisce I FIGLI DI DIO”

Dio possa retribuire ciascuno con copiose benedizioni per ogni istante speso in preghiera per me prima e poi per il resto della mia famiglia, quando anche mia moglie e poi mia figlia Noemi dopo una settimana dal mio ricovero hanno contratto il virus.
Ora stanno bene, grazie a Dio, e io finalmente dopo 41 giorni sono rientrato a casa.

Ho preso del tempo per leggere ogni
messaggio lasciato sia sul mio profilo Facebook sia su Messenger, GRAZIE!
Grazie anche per gli Sms che ho ricevuto
in ospedale e per le telefonate che ricevo ancora oggi a distanza di oltre un mese.

Un grazie speciale anche a tutti i MEDICI, INFERMIERI e personale sanitario che in questo periodo ogni giorno combattono
un nemico invisibile e mortale.
Preghiamo per loro.

Ringrazio il Presidente del Piemonte Alberto Cirio e il suo staff per l’aiuto immediato sanitario, nei confronti della mia famiglia.

Ringrazio il dott. P. Mollica, un caro amico che
ha gestito ogni giorno le comunicazioni con i medici e curato a distanza mia moglie e mia figlia. Il Pastore A. Gargano e sua moglie Sara,
per la speciale accoglienza che mi hanno riservato nei locali della comunità evangelica Adi di Torino per il periodo di convalescenza.

Ringrazio ogni Pastore, i fratelli del C.G.C. ADI,
ogni comunità, ogni credente, ogni parente, ogni amico ogni collega che mi è stato vicino;
la comunità ADI Collegno, che Dio mi ha dato grazia di curare, e di Milano-Turro per come
mi sono state vicino…

MA SOPRATTUTTO RINGRAZIO IL SIGNORE che non mi ha lasciato neppure un secondo, mi sono sempre sentito al sicuro nelle Sue Mani.

Mi sento PRIVILEGIATO per aver vissuto questa esperienza, che per alcuni versi potrebbe sembrare “TERRIFICANTE” ma
con Dio accanto tutto prende forma
e “DIVENTA BELLO”.

Non ho mai temuto per la mia vita o che mi potesse capitare alcunché di male.
Ho sentito sempre un sottofondo di pace, perché so che “DIO REGNA SOVRANO SU TUTTI GLI EVENTI”.

Dio vi benedica immensamente.

Damiano Di Modugno 💙

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